venerdì 1 agosto 2008

Un tavolo consunto

Solitario nella sera, finalmente rinfrescante, segnava sicuro e deciso con la vecchia penna intinta nella china sugli spessi fogli di pergamena. Ormai era un grosso tomo che era poggiato sul legno brunito dal tempo, dopo tutto quel tempo in cui stava rendendo conto della storia, delle tradizioni, degli avvenimenti, delle creature e dei popoli della sua terra. Tanti lunghi anni di scrittura, paziente, di continua ricerca fra i saggi e gli anziani più lontani sui colli nelle zone selvagge. Ed ora si fermava spesso e quasi si meravigliava di quanto aveva scritto fin'ora, curvo sui fogli. Ma questo aveva avuto un inizio, tanto tempo fa, quasi in un sogno ormai, che ricordava ancora vivido, quando era giunto ad Iklos, appena un ragazzo, solo un piccolo mozzo di quella nave di Grinecaat sfortunata, spezzata quasi da un forte Bentemurta. La Stella della Spuma a malapena era riuscita ad arenarsi non lontano da Sabarra, triste, curva e morente. E quel ragazzino assieme agli altri uomini della barca, erano arrivati ad Iklos. Col tempo, quasi tutti erano poi ripartiti verso le loro terre lontane, verso le loro mogli, i loro sogni, le loro lotte, le loro gioie. Ma lui sentiva qualcosa li ad Iklos, sentiva l'ardore della sorpresa, la scintilla della conoscenza e così, prese a vagare per le vie della città, a scoprire il parlare tagliente dei Solussiani, il vociare profondo dei Doroi e poi, oltre le ultime case, molto in la fino ai colli rotti e scavati da tempo dimenticato, fino alle nebbie terribili, fra le tane innominabili, fino alle meraviglie dei Mourzhin e ancora oltre, sfidando pericoli di ogni tipo, lui prese a cercare, a scoprire, e a scrivere su grandi fogli di pergamena la storia di Iklos, su un tavolo consunto.