lunedì 24 novembre 2008

L'uovo lassù. Fine

Il tunnel proseguiva all'infinito. Nolcai sapeva bene che avrebbe dovuto camminare per tanto tempo, perchè quella era la Via Dritta, uno dei passaggi più lunghi che congiungeva le grandi valli a Est ad Iklos, intersecandosi con altre grandi arterie sotterranee. Il giovane aveva percorso qualla strada tante volte, ma raramente fino a così lontano. Era stato piuttosto fortunato nel trovare un'ingresso al Mondo Sotterraneo, dopo aver preso l'uovo. Era molto più al sicuro li, piuttosto che dover percorrere di nuovo tutta la via all'aperto, rischiando di attirare l'attenzione di molte creature selvaggie nei boschi, specialmente con quel grande uovo, succoso e saporito.
Sorrise, pensando al gorgoglio dello stomaco e a quanto sarebbe stato piacevole rompere il suo prezioso carico e cuocerlo in una delle Sale di Mezzo della via, al calore del fuoco centrale. Decise comunque di fermarsi e di mangiare qualcosa di caldo.
Ma ben presto riprese il cammino. Secondo i suoi calcoli, sarebbe tornato dopo neanche il 4 giorno di viaggio della sua impresa. Pochi pensavano che sarebbe riuscito, quasi neppure il suo Custode del Tempo. Ma lui era stato deciso per tutto il tempo. E così, nonostante tutto, stava tornando a casa.
Alla fine infatti, arrivò fino ad uno degli ingressi della Via proprio ai confini a Nord della città di Iklos. Vide la luce del sole con grande piacere. Una luce appena calante, di un placido tramonto soffuso.
Con rinnovato vigore strinse il suo trofeo e si diresse verso il suo laboratorio. Sperava di non trovare nessuno lungo il tragitto, e anche per questo aveva scelto un ingresso così fuori mano. Camminò deciso fino alla metà. Aprì l'uscio, con un gesto elegante della mano distante dalla porta e poche parole arcane. La porta cigolò da sola lasciando entrare Nolcai.
Il giovane mago lavorò tutta la notte, chiuso fra alambicchi, polveri, coppe piene di fumo, liquidi maleodoranti e alla fine l'oggetto fu pronto. Non vedeva l'ora di darlo a Lercolmal. Quel grosso ingenuo avrebbe provato per lui il Cinto del Balzo!

Fine

Come gli altri

Non è facile fermarsi e riflettere. Oppure capita nella vita qualche periodo nel quale si preferisce usare meno il cervello. La tv, il ritmo, la superficialità, internet, il telefonino: anche queste sono cause della pausa riflessiva. Magari molti nascono e vivono già per riflettere poco.
L'uomo, il maschio, ha un retaggio di antichi istinti. La donna, la femmina, ugualmente. Seppure diversi in parte. Sono passati secoli di "evoluzione" e gran parte degli istinti sono man mano scemati, nascondendosi sotto cumuli di parole, cultura, continua ricerca della spiritualità, oppure ricerca del sapere, della conoscenza. Il tempo dell'uomo è cambiato, favorendo l'arte, la scrittura, la scienza, le attività più intellettuali. Il sesso nel tempo è diventato peccaminoso di volta in volta, magari un tabù spesso. In parte anche quello che dovrebbe essere, in certe società; cioè un mezzo di piacere, di conoscenza, di espressione, e semplicemente un mezzo di procreazione. E ora? Probabilmente come in tutte le epoche. Per qualcuno un semplice aspetto della vita, da vivere con leggerezza. Per qualcuno un'ossessione, una mania. Forse per tanti una mania. Per altri un peccato assoluto, un retaggio da cancellare fra quelli ancestrali dell'uomo.
Ma la cosa più ovvia che un uomo, maschio, qualsiasi maschio che si fermi un po a riflettere conclude, è che una donna, forse qualsiasi donna, suscita in lui un'attrazione sessuale. Magari non una mania, magari una semplice curiosità. Ma è solo un naturale istinto, quello di ogni uomo al mondo di "esaminare" ogni femmina che incontra, magari di desiderarla, di esplorarla. Ha senso il pensiero per una sola donna? Si, se fosse possibile spegnere qualsiasi istinto. Forse un giorno la conoscenza ci porterà a questo!

martedì 18 novembre 2008

L'uovo lassù. Parte 3

Era quello che temeva alla fine. Poco dopo aver sentito il rumore improvviso, si vide sovrastare da un grosso Nurgle, di cui aveva sentito l'olezzo già mentre saliva sull'albero. E, lo sapeva, avrebbe dovuto cacciarlo via con la Lancia Ricurva già prima di iniziare a salire. Ora il Nurgle era sopra di lui, grosso e minaccioso e Nolcai se ne stava con la fune in mano e la lancia appesa sulle spalle, irragiungibile. Chiuse gli occhi e sussurrò tre veloci parole. Il Nurgle gli saltò addosso, ma la fune in una sfolgorante fiammata divenne come una frusta infuocata sprizzando scintille fra le dita del ragazzo. Il bestione informe urlò e spalancò gli occhi. Aveva l'uovo sotto il braccio, ancora stretto come un dono prezioso. Fece un balzo indietro, incredulo e l'uovo cadde sul buio sottobosco morbido, finendo fra fitti cespugli da cui scaturirono mille versi minuti e strani.
Il Nurgle però non ci mise molto stringere gli occhi e l'illusione della fune fiammante scomparve ben presto alla sua vista. Ma anche il giovane stregone era sparito, lasciando l'umida corda ai piedi della creatura. Questi, infuriato per la perdita dell'uovo e per l'insolenza di quel piccolo uomo, prese a frugare fra i cespugli, stracciando via rami, grossi funghi marci, interi strati di muschio e felci centenarie. Ma ormai non vi era traccia dell'uovo ne di Nolcai.
Intanto, pochi istanti prima, il ragazzo aveva in tutta fretta tirato fuori da una tasca un Cercatore mentre si gettava fra i più grossi cespugli. Arrancava rapido a gattoni allontanandosi dal Nurgle in direzione dell'uovo, poco lontano. Lo trovò subito, prendendolo con un braccio mentre puntava il Cercatore nei dintorni cercando un passaggio. Lo trovò presto, seguendo una via di cinghiali nel mondo del sottobosco. Entrò nel buco in fretta, sentendo che l'effetto della fune in fiamme terminava, e prese a strisciare verso l'interno. Dopo non molto finalmente riuscì a rimettersi quasi in piedi, nel sottosuolo pulsante di Iklos. La galleria, appena rischiarata dai Licheni di Num, scendeva ancora di poco, per poi dividersi ben presto in due. Nolcai deciso prese il pertugio di destra, dopo aver scorto proprio all'ingresso una piccola runa incisa nella volta. Gran parte del tunnel, largo a sufficenza per camminarci in modo spedito, era scavato nella terra densa e profumata e numerose radici sbucavano per rigettarsi poi poco più in basso. Ma roccie spuntavano qua e la e il pavimento sembrava anch'esso solido e sicuro, come granito ricoperto da un tappeto scricchiolante.
Nolcai camminò ancora per un po, fino a che come pensava la via non lo portò ad una delle Sale di Passaggio. Un'ampia sala si aprì davanti a lui, con le pareti ricoperte da solide travi di quercia e la volta alta chiusa ancora da curve travi annerite. In alto uno stretto pertugio si apriva e continuava in verticale verso l'esterno. Al centro della sala un grosso camino in pietra era acceso perennemente, con le braci rossastre. Senza pensarci, Nolcai alimentò il fuoco con qualche tronco fra quelli impilati dentro una grossa nicchia in una parete. Era sempre uso comune farlo e di buon auspicio, e inoltre garantiva la Sala rimanesse sempre al caldo, per tutti i viandanti. Il ragazzo si riposò un poco e poi prese deciso l'apertura verso Est, che imboccava un tunnel ampio e ben tenuto, nel quale le radici che sbucavano dalla terra compatta, erano ben tenute lungo le pareti, con sinuose legature e piacevoli giochi di ferro tornito.
...continua

lunedì 3 novembre 2008

L'uovo lassù 3

Un fortissimo strattone gli strappò via letteralmente la corda dalle mani, facendolo rotolare pesantemente a terra. Si rialzò quasi subito, intontito e con le mani doloranti. Guardandosi attorno scorse poco lontano una grossa figura scura che si muoveva fra i cespugli, facendoli muovere rumorosamente. Il ragazzo disperò di trovare ancora intatto l'uovo che tanto gli era costato. Frugò velocemente fra le vesti, in cerca di un sacchetto, lo prese, lo aprì